sabato 29 dicembre 2012

"Storia di I e D l'amore al tempo di You Porn"

Internet ha moltissimi pregi e difetti. Non starò qui a farne un elenco ma di sicuro uno dei difetti di cui la rete è maggiormente accusata è la così detta "spersonalizzazione" dei rapporti umani. 
In principio si disse che il web aveva decretato la morte delle missive cartacee e dei biglietti di Auguri Natalizi.
Poi si disse che le chat room le community e i forum erano lesive della interazione fisica tra le persone.
Per ultima la grande accusa alla diffusione dei filmati porno che addirittura sarebbero colpevoli di una regressione dei rapporti nella vita reale delle persone.



Oggi vi parlerò di una storia vera di cui sono venuto a conoscenza grazie alla mia fitta rete di contatti virtuali. 

I protagonisti sono D. e I. 

D. per un motivo e I. per un altro sono infelici.

Il loro incontro virtuale avviene come milioni di altri in una notte solitaria che trascorrono davanti al PC, si inizia a chattare e la prima cosa che tiene svegli è l'impulso sessuale. L'iter è sempre lo stesso: La conversazione che trascende, scambio di foto e così via ma l'impeto sessuale finisce per deragliare quando il sesso è sostituito dal bisogno di aiuto. 

I. chiede aiuto a D. e lui invece di spazientirsi accoglie la richiesta e anzi ne è felice perché sente da subito che accogliere quella richiesta  è di gran lunga più appagante di una masturbazione solitaria e che nella sua vita sofferente e rassegnata avere la possibilità di essere utili al prossimo è ben più di una terapia e che ogni sorriso che riesce a strappare a lei è una pena in meno nel suo cuore triste.



I giorni passano e le confidenze diventano quotidiane. 

I. gli racconta tutto quello che fa. Piange con lui le sue pene d'amore raccontandogli della cattiveria degli uomini che usano l'amore per avere sesso, della solitudine che la avvolge anche quando è con la sua mamma e dello sconforto che la assale quando vede la pagella di suo figlio. 

I. racconta la sua rabbia e la sua delusione, racconta i suoi sogni, le aspettative e le speranze. 

D. è felice di ascoltare. Le disavventure di I. diventano il diversivo che l'aiuta a non pensare, a trovare la forza di resistere e di mettere un giorno dopo l'altro aspettando la rinascita e nutrendosi di sola speranza. 
Quando riesce a strappare un sorriso a I. sente che la sua presenza quel giorno sul pianeta Terra non è stata del tutto inutile.

La loro amicizia si rafforza sempre più e pur senza aver mai visto di persona D.
un giorno I. sente il bisogno di "dedicare" un suo stato a D. e questo è il vero motivo di questo POST:

Ci sono periodi nella vita di una persona dove tutto è buio, dove ti sembra di non riuscire a scorgere nessuna via d'uscita.
Questo è uno di quei periodi per me.
Uno dei più brutti che abbia mai passato.
Dove ti senti una bestia dentro che ti mangia poco a poco.
Ma nel buio di questa cosa ho una piccola luce che mi aiuta, che mi spinge ad andare avanti e che mi da' forza quando magari, forse,  non ce l'ha nemmeno per se stesso. 

Che se mi viene un attacco di ansia di notte posso andare subito a scrivergli come mi sento, 
che quando sono giu' mi tira su, 
che quando mi sento bruttissima lui mi dice che sono bellissima.

Ma sa dirmi anche che sono una cogliona quando lo merito...che ha sempre la parola giusta al momento giusto!! 

E quando gli dico:

"Grazie, grazie perché mi ascolti più di ogni altra persona, tu distante e solo connesso con me sei più vicino della maggior parte di quelli che mi vivono accanto e  ci sei sempre...
 più di tutti gli altri che non ci sono mai"  

lui mi risponde...

"No grazie a te, perché' prendermi cura di te mi sta salvando."

Ci sono tanti mali, i mali oscuri, quelli interiori, che fanno paura a tutti. 
Tutti vanno dove stà il bello, il divertimento, il relax, e la possibilità di stare senza pensieri. 

Nessuno  và dove  ci sono le tenebre. 
Tu si, sei l'unico, anche se non ti ho mai visto di persona. 
E un giorno piano piano quando tornerà la luce anche per me -perché prima o poi arriverà-  potrò dire grazie solo a due persone:
A me e a te....

" NEL BUIO DI QUESTA NOTTE LA TENEBRA MI POTREBBE QUASI SOFFOCARE SE ACCANTO A ME NON CI FOSSE LUI, FINESTRA APERTA, ILLUMINATA, DA CUI PRENDERE RESPIRO " 

...grazie D.

e di le risponde:

"Grazie I. perché le tue confidenze e le tue lacrime sono per me come il soffio della vita che torna a gonfiarmi il petto. 
Un'ancora che mi tiene attaccato ad una vita che vivo solo nella speranza del domani rimpiangendo il passato e cercando di non guardare il presente. "

Questo è solo l'inizio della storia tra D. e I. che nell'era di internet e 
dei rapporti virtuali a You Porn hanno preferito l'amore.

Quello vero, quello puro, quello far due esseri umani che si sostengono a vicenda invece di usarsi. 



10 commenti:

  1. La solitudine è una gran brutta bestia, soprattutto quella in cui veramente soli non si è. Ed allora si ha bisogno di un "parafulmine". Un libro che parla di questo tipo di solitudine è "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman...SPLENDIDO LIBRO...

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    1. E' la storia di un uomo che decide di affidare la sua anima ad una perfetta sconosciuta..."Tu non mi conosci...Non spaventarti, non voglio incontrarti e interferire nella tua vita. Vorrei piuttosto che tu accettassi di ricevere delle lettere da me. Insomma, vorrei poterti raccontare di me (ogni tanto) scrivendo...mi piacerebbe darti qualcosa che altrimenti non saprei a chi dare." Si crea così fra loro un mondo privato...il resto leggilo da te, non voglio toglierti il gusto. ;)

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  2. Le anime gemelle. Esistono....

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    1. "I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per sè stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci.In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini,anzi,quasi vicini, perchè fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli.Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l’uno all’altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finchè non li si scopre.
      Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. A lei non l’avava mai detto."

      La solitudine dei numeri primi – Paolo Giordano

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  3. Perché non ho dubbi che, se ci fossimo incontrati di persona, non saremmo riusciti a conoscerci nel modo in cui ci conosciamo. Io mi sarei subito sentito obbligato a sedurti, a scoprirti in quel mio modo rozzo, come se tu fossi merce in vendita. Pensa cosa ci saremmo persi, quante cose non avremmo mai saputo. David Grossman dal libro "Che tu sia per me il coltello"

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    1. sembra che Grossman abbia vissuto la stessa storia di I e D oppure sono le storie che si ripetono uguali perché tutti gli uomini soffrono allo stesso modo?

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    2. Diciamo che quel tipo di solitudine è capace di avvertirlo solo chi si mette in ascolto di se stesso...

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  4. Io direi che se si cerca di interagire con le persone anche quando si è soli cercandole anche in rapporti atipici la verità è che soli non si vuol essere.

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  5. Io penso che sicuramente nessuno vuole sentirsi solo...ma c'e' chi si identifica nella folla e c'e' chi invece ha bisogno di uan sola persona per sentirsi completo. Ecco anche allora che nascono gli uomini/ donne che si vogliono solo divertire e gli uomini / donne che invece vogliono un rapporto stabile, fatto a due e basta.

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