mercoledì 16 gennaio 2013

Donne in cerca d'amore.

Siamo tutti predisposti all'infelicità.
Se ci fate caso nessuno è davvero felice. Per quanto la fortuna e il successo ci riempiano la vita c'è sempre un desiderio insoddisfatto a renderci meno felici.
Cambia solo la prospettiva: Se abbiamo fame saremmo felici di avere un pezzo di pane; se abbiamo la BMW vorremmo avere una Ferrari.

Se abbiamo una magnifica relazione vorremmo l'amore.

In questo le donne sono svantaggiate.
Anni di condizionamento hanno inculcato nel genoma femminile un concetto di felicità in amore che è vicino all'utopia più irrealizzabile e la loro costante e affannosa ricerca di quell'idillio fiabesco le condanna ad  un irrevocabile stato di insoddisfazione e infelicità cronica.

L'uomo può vivere felice anche se privato di quella perfezione.
Non si crea problemi e vive l'innamoramento e la convivenza con la sua compagna senza affanni.
Non si illude nemmeno per un momento di aver trovato la "donna della vita" perché sa che non esiste una donna per tutta la vita e sa che quando il rapporto/matrimonio supera la prova del tempo accade perché la coppia ha anteposto il progetto comune e il rispetto reciproco agli sbalzi e le intemperanze dell'amore e della sessualità.


Infatti per la donna il desiderio di una storia di sesso con un altro uomo è vissuta come una tragedia che mette in crisi tutta la sua sfera emozionale e le fondazioni della sua vita mentre per l'uomo un'avventura è solo un piacevole diversivo che termina di coinvolgerlo nel momento stesso in cui eiacula.

Una capacità innata nel maschio che è capace di scindere il sesso dall'amore così come il trasporto romantico da quello razionale nel rapporto a due che allo stesso tempo lo mette in condizione di sfogare le sue pulsioni senza troppi sensi di colpa e di riuscire a trovare e ad accettare con più facilità i compromessi necessari alla sopravvivenza del rapporto di coppia.

Un grosso vantaggio rispetto alla donna che invece per tutta la vita continua a desiderare con tutte le forze quel rapporto "perfetto" così come lo immaginava quando giocava con la barbie alla "famiglia felice" e che la rende schiava di questa visione di perfezione irrealizzabile.
Per cui ogni minima crepa nella sua visione di idilliaco rapporto comporta la messa in discussione di anni di convivenza e di rispetto/amore reciproci.

Ma allora le donne sono innamorate dei loro compagni o della visione di una vita perfetta in cui si proiettano?


Mi meraviglia constatare che a tutte le età le donne siano in cerca di quel rapporto univoco e esclusivo che esalti al massimo loro stesse. Avere il dominio e l'esclusiva completa sull'uomo che le accompagna sembra essere l'unica discriminante capace di far nascere in loro il sentimento. 


Certe volte mi scoraggia pensare che l'amore sia confuso con l'egoismo di possedere un altra persona. L'età la sottolineavo per testimoniare che l'esperienza non insegna nulla e il metodo empirico è completamente ignorato da chi si ostina a voler sognare. 

Le donne sono ancora li a sognare l'amore perfetto e nonostante il tempo che scarseggia sono pronte a rinunciare alle gioie della vita in attesa di realizzare l'impossibile. 


La cosa che mi sgomenta poi è che in nome dell'Amore tutto sia sacrificabile e quindi ogni relazione che si discosti dall'ideale di perfezione che hanno in testa è evitata senza scrupolo o rimpianto.  


Ma quanto è grande l'egoismo delle donne? Quanto incide l'orgoglio in ogni gesto che fanno?
Quanto importa la loro realizzazione dell'amore perfetto da spingerle ad un tale livello di autolesionismo?

Gli uomini non contano nulla per loro. 
L'unica cosa che vogliono è realizzare il "quadro" della famiglia perfetta, sottomettere l'uomo e possederlo come la caffettiera che hanno avuta  regalata dalla mamma. 

Perfino l'ambizione di avere una bella casa non è pura ma solo un altro degli ammennicoli che completano la loro visione di "realizzazione" di loro stesse. 

Essere belle solo per farsi invidiare. 
Avere un marito per esibirlo come trofeo. 
Una casa come simbolo del successo. 
E il cuore arido e vuoto incapace di battere. 
Impietrito e immobile a coronare il "quadretto" che si erano immaginate da bambine.




Quanto sono più sfortunate degli uomini. La felicità per loro è sempre un po' più lontana che per un uomo.....




5 commenti:

  1. La felicita' non appartiene al tempo.Vive nella dimensione del sogno,e' uno stato primordiale e permanente che fa parte della nostra natura.Il nostro cervello e' programmato per produrla in continuazione.Ogni volta che desideriamo qualcosa che ci porta a realizzarci,che mettiamo in moto la nostra creativita',la felicita'risuona dentro di noi.E non dipende dalle circostanze esterne.Per esempio,e' un'illusione,pensare di essere felici perche' abbiamo acquistato un'auto nuova:questa e' felicita' scadente,artificiale.Quella vera proviene dall'interno,non possiamo programmarla,ne' dobbiamo fare nessuno sforzo per meritarcela,basta solo lasciarle spazio dentro di noi.E' a portata di mano ma forse non ce ne rendiamo conto,perche' condizionati dai luoghi comuni.Cosa ci allontana dalla vera felicita?Innanzitutto il giudizio negativo su noi stessi,non ascoltare la nostra vera natura,non fare quello per cui siamo nati e quindi per essere felici.Ricordiamoci che i nostri desideri piu' profondi si realizzano proprio quando smettiamo di fare sforzi,di perseguire obbiettivi che ci siamo messi in testa,quando ci arrendiamo alle cose come sono.Felicita' e' autenticita'.Riusciamo a stare veramente bene solo quando rispettiamo la nostra vera natura non provando ne' stanchezza ne' fatica in quello che facciamo.

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    1. Mio caro anonimo ti condivido in pieno! Grazie per il tuo contributo e la saggezza delle tue parole!

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  2. L'amore non e' innamorarsi di un bel sedere o di un fisico perfetto.L'amore non e' andare in giro e vantarsi perche' si ha una fidanzata perfetta o un ragazzo sexi.Lamore no e' fermarsi alle apparenze.L'amore e' andare oltre:e' scavare nel profondo per trovare l'anima,guardare oltre quello che siamo esteriormente,non fermarsi alla taglia di reggiseno o jeans.L'amore e' scovare quello che c'e' dentro il nostro corpo,che e' solamente l'involucro della nostra essenza...

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    1. Tutto vero anche oin questo commento che condivido. Ma io non avevo mai accennato alla esteriorità o alla fisicità.

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  3. Direi che non si puo' parlare di comportamenti delle donne in generale, ognuna ha sua propria personalità, come lo stesso si deve dire degli uomini. Dalle mie esperienze, le considerazioni che hai fatto sono vere solo in parte, proprio perche' ho incontrato donne con personalita' tra loro diverse ma anche diverse da quelle che tu hai descritto. In comune con quanto dici tu ho trovato, questo e' vero, la capacita' (che io non ritengo pero' una qualita') di rimettere in discussione tutto il rapporto avuto con un uomo perchè giudicato non corrispondente alle loro piu' profonde aspettative, che magari sono maturate con l'accumularsi degli anni e delle esperienze e non sono semplicemtne quelle di quando erano bambine. Rinunciando, per fare questo, sia agli elementi sentimentali che a quelli materiali accumulati durante la relazione, in nome della ricerca di una felicità interiore piu' intensa, da non mantenere viva con la fatica della mediazione (come dici giustamente anche tu) con la realtà del rapporto consolidato (o in via di consolidamento), ma tramite una nuova opportunita' da cogliere dove ci puo' essere, cioe' al di fuori del rapporto in atto. Quello che pero' mi sembra e' che questo salto verso una nuova condizione di pienezza sentimentale molte donne lo compiano non al buio, ma nel momento in cui trovano una opportunita' nuova, un altro uomo a cui legarsi, con cui riprendere da subito il filo interrottosi con un altro. Niente di male di per se', sintomo di una fragilità esistenziale che tutti abbiamo, uomini e donne, che solo i piu' forti osano superare, rischiando di annullare la propria vita senza averne una nuova da intraprendere. Credo che d'altronde anche noi uomini ci comportiamo cosi' quando troviamo una donna che in qualche modo rappresenta di piu' di quella con cui dividiamo la vita. Certo credo che, dando per scontata la buona fede di ognuno, uomo o donna e la mancanza di altre situazioni che incidono negativamente su un rapporto di coppia in modo intollerabile, forse un uomo e' meno alla ricerca della felicità emotiva assoluta, piu' cinico o legato a una concezione piu' materiale della vita (parlo di persone con un sufficiente livello di sviluppo culturale ed emotivo, non di quelle che reagiscono impulsivamente e irrazionalmente agli stimoli). Il che fa si che possa passare sopra, cioe' nascondere, alcuni aspetti della sua vita relazionale o della propria compagna che non lo soddisfano completamente, magari nella speranza che prima o poi questi aspetti si risolvano in qualche modo favorevolmente o diventino ininfluenti per se' e per la relazione. Credo che tutto sommato si tratta di un livello di mediazione tra l'essere e l'avere accettabile, ragionevole: ma in amore la ragione non c'entra quasi mai, li' e' terreno appunto delle emozioni, che gli esseri umani non hanno mai ancora imparato a controllare, che siano l'amore o l'odio (per dire gli estremi). Per cui anche se con molta sofferenza la logica bisogna lasciarla fuori da discussioni o comportamenti che lo riguardano e purtroppo accettare anche se conf sofferenza le ricadute che i comportamenti degli altri, donne o uomini che siano, hanno nei nostri confronti.

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